lunedì 15 luglio 2013

Dopo le violenze, scuole chiuse nel nord-est della Nigeria - John Campbell




In Schools Closed in Northeast Nigeria, John Campbell torna a parlare di Nigeria commentando le recenti violenze nello stato di Yobe dove un commando di estremisti islamici ha attaccato un liceo uccidendo 42 tra studenti e insegnanti. 

L'africanista del Council on Foreign Relations spiega che gli islamisti radicali che operano nel nord della Nigeria da tempo conducono una guerra contro l'educazione occidentale, rea di promuovere "mali "che vanno dal secolarismo alla statolatria. Questi estremisti vedono principalmente in quest'ultima una sfida fondamentale per il monoteismo nell'Islam. Boko Haram, commenta Campbell, ha già attaccato scuole in passato ma sempre al di fuori dell'orario scolastico, prendendo di mira l'istituzione piuttosto che i bambini.

Dalla metà di giugno, invece, gli islamisti radicali hanno iniziato a prendere di mira gli studenti stessi. Il 6 luglio un attacco condotto in una scuola nel nord-est dello Stato nigeriano di Yobe è stato particolarmente feroce. Secondo i media, 42 persone, per lo più studenti, sono stati uccisi nell'attacco. Il presidente Goodluck Jonathan ha reagito alla notizia scagliandosi contro i colpevoli e augurandogli di "bruciare all'inferno per il loro atto orribile." I politici nigeriani, l' Unione Europea e Amnesty International hanno condannato questo "orribile assassinio".

Dopo le violenze, continua Campbell, i genitori hanno iniziato a ritirare i loro figli dalle scuole, temendo per la loro sicurezza. A partire dall' 8 luglio, il governatore dello Stato di Yobe ha ordinato a tutte le scuole secondarie di chiudere fino all'inizio del nuovo anno scolastico, a settembre. Considerando gli elevati livelli di disoccupazione giovanile, in una regione in cui i livelli di istruzione sono bassi, la chiusura delle scuole è una tragedia, commenta Campbell. 

Secondo la stampa nigeriana, il Comitato presidenziale incaricato di mettere a punto un programma di amnistia e disarmo per i militanti di Boko Haram che si dimostrino disposti a rinunciare alla violenza avrebbe raggiunto un "intesa per il cessate il fuoco" con il gruppo. Durante il fine settimana però, la Joint Task Force sostiene di aver ucciso una quarantina di membri di Boko Haram.

Nei giorni successivi all'attacco, mentre l'Imam Muhammadu Marwana, un membro influente di Boko Haram, ha rilasciato una dichiarazione nella quale ha dissociato il gruppo dalle violenze e sembrava confermare l'accordo per cessate il fuoco, il leader di Boko Haram, Abubakar Shekau, non ha preso posizione in merito agli eventi. In passato, conclude Campbell, ci sono state già richieste di cessate il fuoco ma Shekau ha già pubblicamente dichiarato il suo completo disinteresse per l'amnistia.  

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